Storie per Notti Qualsiasi, raccolta di fiabe e favole di Dario Di Gesù - Storia Misteriosa, i grandi misteri della storia

Quanto è sbagliata l'abitudine di molti lettori di saltare a piè pari la prefazione di un libro o la sua introduzione, o entrambe. Ma chi se ne importa di quelle dieci o anche più paginette di chiacchiere, persino fastidiose da voltare, preferibile andare subito al primo capitolo. Perché saranno state scritte, a cosa servono? È un pensiero che, ahimè, in gioventù ha caratterizzato anche me, in un'età nella quale tutto il mondo sembrava alla portata della mia omniscenza e chi spiegava era ritenuto non troppo necessario. Sono "fasi" no? La prefazione, di solito redatta dal curatore, dall'editore o da un nome di prestigio etc etc, e l'introduzione, scritta dall'autore stesso, presentano la pubblicazione, il suo orientamento e l'impostazione, ne chiariscono gli scopi e gli intenti. Ad oggi io le ritengo fondamentali per entrare dentro uno scritto. Ora qualcuno si chiederà perché ho introdotto questo articolo con una paternale sulle introduzioni. Semplice, perché quella di "Storie per Notti Qualsiasi" mi è particolarmente piaciuta. L'ho trovata persino illuminante rispetto a un aspetto della nostra esistenza che c'è e c'è sempre stato ma di cui non ci rendiamo conto, almeno non in pieno: il rapporto con la notte che non è per nulla banale o scontato. L'introduzione a questo "Storie per Notti Qualsiasi" è inoltre la premessa della genialità di Dario Di Gesù, un autore che è riuscito a concepire una raccolta di storie davvero curiose che si perdono tra fantasia e realtà. Racconti ben scritti, accattivanti, che sono in grado di alimentare il pensiero riflessivo o suscitare qualche domanda oppure no qualora affrontati con estrema leggerezza non andando oltre la loro meravigliosa esteriorità. Non è facile per uno scrittore donare ai propri lavori una doppia chiave di lettura, Dario Di Gesù ci riesce invece alla perfezione facendo sì che "Storie per Notti Qualsiasi" sia la giusta compagnia per vivere le notti di cui abbiamo bisogno... Né più, né meno.

« Mi è sempre piaciuto scrivere e ancor di più leggere e creare storie. C’è qualcosa nell’atto della narrazione che trovo incantevole, una possibilità di esplorare nuovi mondi e realtà e approfondire la comprensione della nostra che mi ha sempre rapito. Parlare di "carriera di scrittore" mi sembra esagerato, ma diciamo che è stato il 4 luglio 2021 che ho deciso di scrivere un’opera per la pubblicazione, un romanzo di prossima uscita. Le circostanze che mi hanno portato a questa scelta sono state due. La prima è che stavo scrivendo una storia in inglese a puntate per un’amica di penna britannica, cui inviavo man mano i capitoli, la seconda è che il 4 luglio 2021 è stato un giorno orribile. Due miei amici, autori pubblicati decisamente più bravi ed esperti di me, mi hanno convinto a tradurre in italiano i capitoli scritti fino a quel momento, portare a termine il romanzo e presentarlo a un concorso. Poi la situazione è sfuggita di mano e mi sono ritrovato a scrivere per tre case editrici, tra cui Sága che mi ha permesso di pubblicare questa raccolta, oltre ad avere accolto dei miei racconti all’interno di due sue antologie.

« Come forse si può intuire, sono una persona che ha un rapporto un po’ conflittuale con la notte. Ho sempre avuto una vita onirica estremamente vivida, cosa che a fasi alterne si è dimostrata un bene o un male. Sono cresciuto con le fiabe della buonanotte, tra quelle registrate del "Raccontastorie", le fiabe popolari che mi narrava la nonna paterna e i miti greci che mi leggeva quella materna. Scrivere racconti è sempre stato più facile per me che cimentarmi in romanzi e devo ringraziare Sága che mi ha dato la possibilità di pubblicare un racconto weird-horror all’interno della loro antologia "Halloween Killers". Dopo questa esperienza ho deciso che mi sarebbe piaciuto raccontare un po’ del mio mondo proprio insieme a Sága. La genesi di quasi tutti i racconti, la maggior parte dei quali è stata effettivamente scritta di notte, è varia come si può intuire dalla lettura, ma non posso negare che un elemento autobiografico è quasi sempre presente, seppure trasfigurato. Una volta ho sentito uno dei miei scrittori preferiti affermare che una storia per essere valida doveva essere "vera" almeno per l’autore. Non mi sento di garantire per il valore dei miei racconti, ma posso sicuramente affermare che, per quanto fantastici, per me sono tutti veri in qualche misura. Spero che chiunque si cimenti nella lettura trovi almeno una storia che si adatti alla propria notte.

« Non credo di essere nella posizione di insegnare o fare la morale ad altri. Sicuramente i miei racconti, nella loro varietà, contengono molti messaggi a me cari. Non mi sorprenderebbe, da un altro canto, che analizzandoli attentamente si trovassero anche valori in aperto contrasto. La ragione è che non credo la realtà sia mai una soltanto e ritengo il mondo vada osservato da più punti di vista possibile, cercando il più possibile di calarsi nella prospettiva di quanti e quanto ci circonda. So che può sembrare assurdo, ma una caffettiera come di un antico lovecraftiano hanno per me una percezione del tutto unica della realtà, a prescindere dal fatto che la prima manca di vita e il secondo di esistenza. E credo che osservare il mondo dalla loro prospettiva sia un esercizio per imparare a distaccarsi dal proprio personale microcosmo. Se c’è un messaggio portante dell’opera che mi piacerebbe toccasse il lettore è questo: avere visione d’insieme e non accontentarsi mai del proprio unico punto di vista, per quanto possa essere difficile prendere le distanze da sé stessi. Mi piace pensare che questo tipo di pensiero possa aiutare a trovare tesori nella nostra vita anche dove a uno sguardo superficiale ci sfuggono o, di contro, a ridimensionare certi valori che all’apparenza ci sembrano fondamentali, ma che magari non sono più che nostre ossessioni.