Il mistero della nave fantasma Octavius... realtà o fantasia?
Di leggende di navi fantasma ne sono pieni i sette mari ma la vicenda dell'Octavius (Ottavio) ha un pizzico di macabro in più che la rende una perfetta novella noir, persino troppo narrativamente "perfetta" per essere vera...
Di Andrea Contorni - lunedì 4 settembre 2023
Se parliamo di navi fantasma, direi che la leggenda del vascello maledetto noto come "Olandese Volante" sia la più conosciuta e apprezzata. Ne esistono diverse versioni che si rifanno sempre allo stesso canovaccio: la sfida impossibile di un uomo alla forza divina della natura e il conseguente "patto" con il male per superare i limiti. La storia dell'Octavius non è da meno.
La goletta a tre alberi "Octavius", battente bandiera britannica, salpò da Londra il 10 settembre del 1761 per dirigersi in Cina. Capitanata da Hendrick van der Heul, l'Octavius giunse in Oriente diversi mesi dopo. Scaricò le proprie merci, ne imbarcò altre e ripartì alla volta della Gran Bretagna. Ma il capitano aveva una certa fretta e decise di non seguire la classica e sicura rotta che circumnavigava il Sud America. Puntò a settentrione verso il leggendario Passaggio a Nord Ovest, una rotta marittima tra i ghiacci che mette in comunicazione il Pacifico con l'Atlantico, passandro attraverso l'arcipelago artico canadese all'interno del Mar Glaciale Artico. L'Octavius non tornò mai a Londra. Scomparve durante il suo viaggio di ritorno nel 1762.
La mossa del capitano dell'Octavius risulta assurda partendo dal presupposto che il Passaggio a Nord Ovest, oltre a essere una rotta rischiosa e poco conosciuta all'epoca, andava frequentato unicamente d'estate per evitare il pericolo di rimanere bloccati nel ghiaccio marino. Sta di fatto che l'11 ottobre del 1775, dalla baleniera Herald che pescava nell'Atlantico del nord, a ovest della Groenlandia, fu avvistato un relitto alla deriva a una decina di chilometri di distanza. La baleniera puntò il vascello fantasma che si rivelò essere una goletta a tre alberi con lo scafo e le vele fortemente danneggiate: si trattava dell'Octavius, la nave scomparsa da ben tredici anni.
Il capitano della Herald, Alex Warren o John Warrens, prese con sé cinque uomini e salì a bordo dell'Octavius. Le scene che si trovò dinanzi sono degne del più macabro racconto horror. In coperta, ventotto marinai stavano rannicchiati nelle loro cuccette. Seppur protetti da strati di coperte, erano tutti morti per congelamento durante il sonno. Il gelo aveva conservato intatti i loro corpi. Nella cabina del capitano furono rinvenuti una donna sdraiata su una barella, un bambino piccolo avvolto in una coperta e un uomo con in mano una pietra focaia, probabilmente impegnato nel disperato tentativo di accendere un fuoco. E il capitano? Lui era seduto alla sua scrivania; aveva ancora la penna in mano mentre era intento a scrivere il diario di bordo. La morte lo aveva colto così. L'ultima pagina del taccuino, datata 11 novembre 1762, riportava alcune importanti informazioni. L'Octavius era rimasto intrappolato nel ghiaccio a nord di Point Barrow in Alaska. Passato il diciassettesimo giorno, l'equipaggio non era riuscito a mantenere vivi i fuochi decretando la propria condanna a morte.
L'Octavius rimase bloccato tra i ghiacchi dell'Alaska ma fu ritrovato 13 anni dopo al largo della Groenlandia. Il vascello fantasma aveva pertanto navigato in autonomia attraversato il Passaggio a Nord Ovest
David Mayer è un apprezzato scrittore statunitense, attratto da misteri e cose strane. Ha effettuato una bella indagine sulla vicenda dell'Octavius. Egli ha trovato diversi articoli riguardo una nave fantasma che potrebbe essere proprio l'Octavius datati tra il 1828 e il 1829. Il primo in assoluto è stato pubblicato su un giornale di Filadelfia nel 1828. Tuttavia, il nome della nave non è riportato e neppure il tentativo di forzare il Passaggio a Nord Ovest. Il presunto resoconto del capitano riporta di 70 giorni con lo scafo bloccato nel ghiaccio e non 17.
Nel 1905 ritroviamo la storia riportata dal libro "The Blue Adventure Book", una raccolta di racconti avventurosi e misteriosi, ripresa poi da un altro testo nel 1937. In questo caso figura il nome di John Warrens (e non Alex Warren) come capitano della baleniera "Try Again" non "Herald". La nave fantasma ricompare in effetti dopo 13 anni dalla sua scomparsa e persino la data segnata sul diario di bordo è la stessa: 11 novembre 1762. Eppure il nome della goletta non è "Octavius" ma "Gloriana". La Gloriana non avrebbe intrapreso la rotta per il Passaggio a Nord Ovest. Al 1841 risale inoltre la leggenda della Jenny, una goletta inglese che a differenza dell'Octavius, sarebbe rimasta intrappolata nei ghiacci nel canale di Drake in Antardite nel 1822 e non in Alaska. Il vascello fu ovviamente intercettato da una baleniera e coincidenza delle coincidenze, il capitano della Jenny venne trovato morto congelato in cabina mentre tentava di terminare il diario di bordo.
Mettere un punto certo a questa misteriosa vicenda non è impresa di tutti i giorni. È facile intuire come l'Octavius, la Gloriana e la Jenny siano più che collegate. Quanto accaduto in realtà all'Octavius potrebbe aver ispirato gli autori delle altre due leggende? Oppure si tratta di un racconto noir proposto negli anni da giornali e pubblicazioni con modifiche tali da farlo sembrare originale nelle sue varie versioni? Sta di fatto che in teoria l'Octavius non è mai stato rimorchiato in porto. Il capitano della baleniera, terrorizzato da quanto visto a bordo della goletta, decise di lasciarla in balia delle onde come era stata per i precedenti 13 anni. E c'è chi giura, acora oggi, di aver visto un vascello fantasma aggirarsi nell'oceano Artico, al largo delle coste della Groenlandia.
Bibliografia e sitografia:
- "L'Octavius, la nave fantasma che attraversò il passaggio a Nord Ovest", articolo di Storica - National Geographic, di Josep Gavaldà.
- "Ghost ship: the mysterious case of the Octavius", articolo di David Meyer (17 febbraio 2013).
- "Ghost ship: tracking down the Octavius legend?", articolo di David Meyer (20 febbraio 2013).
- Immagini e fotografie pubblicate con Licenza di utilizzo "Canva" regolarmente acquistata.
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